lunedì 28 dicembre 2015

Federer è il GOAT? Oggettivamente sì

Federer , perché è il più grande, è la pubblicazione di Roberto D'Ingiullo (Area51 editore) che prova a dare una risposta alla domanda su chi sia il miglior tennista della storia. Un'analisi che serve anche per passare in rassegna tutti i campioni della racchetta attraverso generazioni e generazioni di fuoriclasse. Questa la premessa del libro che giunge alla conclusione ponendo un ultimo interrogativo: ma se non è Federer il Goat , allora chi?




Roger Federer. Perché è il più grande (Area51 Publishing)


Ci sono principalmente tre domande che sembrano destinate a rimanere senza risposta. Qual è il senso della vita? Perché è scientificamente valida la legge di Murphy per cui se una fetta imburrata si rovescia su un vestito o un tappeto, cade inesorabilmente dalla parte del burro? Chi è il più grande campione sportivo di ogni epoca?

Le prime due questioni ci appaiono obiettivamente troppo impegnative e pertanto ci concentreremo sulla terza, spostando il focus sul tennis. Innanzitutto, replichiamo alla prima obiezione avanzata da chi respinge a priori questa indagine sostenendo che contrapporre protagonisti di epoche diverse comparando realtà non omogenee sia inutile non potendo pervenire a un responso unanime. Non neghiamo che sussista un limite oggettivo e che rimanga una componente d’arbitrarietà, ma non possiamo esimerci dal dire a costoro che se c’è gente che si diletta a parlare di funerali o di temi avvincenti come la struttura anatomica degli insetti, non si capisce cosa ci sia di male nel disquisire di eroi sportivi rievocando le loro gesta. Solo i presuntuosi discutono con l’unico fine di sentirsi dire di avere ragione e non per il piacere di confrontarsi, di aprire parentesi, di accogliere digressioni, di perdersi in infinite divagazioni.
Inoltre, rispetto ad altre discipline, il tennis concede qualche possibilità in più per chi voglia avventurarsi negli impervi sentieri alla ricerca del GOAT (Greatest Over All Time). Innanzi tutto, gli sport individuali "semplificano" l’indagine rispetto a quelli di squadra. In quest’ultimi, i successi di un giocatore - o gli eventuali titoli mancati - vanno tarati tenendo conto non soltanto della forza degli avversari ma anche di quella dei compagni. Per questo, straordinarie stelle dell’Nba hanno concluso la carriera senza conquistare alcun titolo ma vengono giustamente considerate tra i giganti della palla a spicchi(John Stockton, Karl Malone, Charles Barkley solo per citarne alcuni e limitandoci agli anni ’90). Anche il peso dei singoli trionfi accresce se ottenuti in piazze non avvezze a simili vittorie: i due scudetti conquistati da Maradona con il Napoli o il tricolore che vide Gigi Riva protagonista con la maglia del Cagliari, acquisiscono un valore aggiunto rispetto ai corrispettivi ottenuti con formazioni più blasonate.
In secondo luogo, il tennis non è "multidisciplinare". Se volessimo stabilire il miglior rappresentante dell’atletica, del nuoto o del pugilato, ci troveremmo nell’imbarazzo di confrontare un velocista e un maratoneta, un ranista e un dorsista, un peso massimo e un peso piuma. Da questo punto di vista, la specificità del tennis è un punto a favore e sgombra il campo da ulteriori complicazioni.

Ciò premesso, cercheremo di stabilire dei parametri concreti per dare più sostanza a quelle che altrimenti potrebbero essere etichettate come chiacchiere da bar. Se lo sport è emozione, è assolutamente evidente che ognuno possa essere legato anche solo per feeling personale a un campione che ha accompagnato la propria infanzia ispirando aneliti d’emulazione, che ha scortato la propria adolescenza provocando rigurgiti fanatici di tifo, che ha sostenuto la propria maturità rievocando nostalgicamente slanci giovanili. Ma dire che "quel giocatore è il migliore di sempre perché mi stava simpatico" non ci appare argomentazione sufficiente.

E allora, proviamo a stilare una sorta di lista dei requisiti che dovrebbero appartenere al migliore di sempre finendo con l’accogliere ulteriori domande. The GOAT è il giocatore più vincente della storia? Oppure è quello che ha dominato per maggior tempo? E, se invece, fosse quello che pur per una breve parentesi ha toccato vette di rendimento sconosciute agli altri? O forse il più grande di sempre è da ricercare ex post vedendo quanti epigoni nelle generazioni successive sono stati ispirati dal suo stile?

La saggezza induce a credere che per stabilire chi sia il più grande di tutti i tempi si debba considerare la combinazione di questi fattori dosandone la pertinenza e la rilevanza. Se facessimo questo gioco col calcio, potremmo dire che la candidatura di Maradona a GOAT pallonaro, sarebbe convincente per ciò che concerne la qualità assoluta e per il numero di calciatori – in particolare argentini – che sono stati paragonati successivamente senza successo al Pibe de Oro, ma risulterebbe fragile per la longevità dato che gli infortuni ne hanno minato gli inizi e i vizi ne hanno accorciato la fine. E che dire di Dick Fosbury, l’uomo che rivoluzionò il salto in alto introducendo la tecnica di scavalcamento dorsale che prevedeva di dare le spalle all’asticella? Non si può dire che non abbia influenzato come nessun altro la propria disciplina costringendo tutti – ma proprio tutti - a seguire le proprie orme, ma si trattava di un atleta "normale" che sfruttò l’innovazione alle Olimpiadi di Città del Messico (ebbe l’accortezza di esibire la propria scoperta nell’occasione più importante impedendo agli altri di fare in tempo a copiarlo) per poi tornare nella sua aurea mediocritas.

Abbiamo condotto questa ricerca cercando di sbarazzarci di ogni pregiudizio: non siamo partiti da una tesi precostituita per cercare elementi che avvalorassero la teoria iniziale perché, come avvisava Mark Twain: "La gente solitamente usa le statistiche e i dati come un ubriaco usa i lampioni: più per sostegno che per illuminazione". Abbiamo, invece, preferito procedere per deduzione. In una sorta di gioco ad eliminazione, abbiamo immaginato che tutti i giganti della racchetta si sedessero e venissero esaminati in base al proprio "curriculum" per poi verificare chi presentasse i requisiti necessari per issarsi a GOAT. E, ovviamente, punto per punto abbiamo operato il raffronto con Roger Federer . Questo lavoro non si propone di essere una delle tante biografie dello svizzero (ne sono state scritte di accuratissime) né un omaggio alle lodi tecniche (è sufficiente navigare sul web per incappare in un’infinità di video celebrativi, clip e raccolte pronte a custodirne memoria per i posteri). E neppure scomoderemo la religione, la fede e altre esperienze mistiche come hanno fatto autori molto più elevati e prestigiosi. Abbiamo cercato di analizzare oggettivamente le variabili, procedendo per esclusione: campione dopo campione, fuoriclasse dopo fuoriclasse, vincente dopo vincente. E alla fine della nostra rassegna, siamo giunti di fronte a un ultimo interrogativo: "Ma se non è Federer il miglior tennista di sempre, allora chi?"


Roger Federer . Perché è il più grande
Editore: Area51 Publishing
Autore: Roberto D'Ingiullo


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